Un lungo week end a Budapest - Il secondo giorno

Il secondo giorno

Prosequiamo la scoperta di Budapest dedicandoci alla visita del "centro" e dell'Isola Margherita con la sua caratteristica forma di nave tutta verde in mezzo al Danubio.


Cominciamo dalla Kossuth Lajos tèr, una piazza immensa - 65 mila mq - sulla riva sinistra del Danubio. La piazza è dominata dal Palazzo del Parlamento, una costruzione che data del secolo scorso e dove, già nel 1896, anno del millenario dello Stato ungherese, i deputati tennero una riunione solenne. Fu in questo palazzo sontuosache avvenne la restituzione dei gioelli della corona "costuditi" dagli americani che li avevano presi agli alleati dell'Asse.
Il Parlamento ancora oggi è il centro della vita politica del Paesa e vanta una Biblioteca dove si trovano ben 400.000 volumi.

Dall'altro lato della piazza, di fronte al Parlamento si trova il Museo Etnografico.
Ma adesso mettiamoci in cammino verso la Basilica, la Chiesa parrocchiale di Santo Stefano che si trova sull'omonima piazza. Ci si giunge dopo aver percorso la via Alpari Gyula - via sta per utca - Questa chiesa gigantesca, consacrata nel 1905 e la cui costruzione durò piu di cinquant'anni, ha una cupola che è alta 96 metri, proprio come quella del Parlamento, simboleggiando l'equalianza tra le potenze celesti e quelle terresti.

La croce che sormonta la cupola - alta 2,50 m - e con le braccia che misurano 50cm - è stata ridorata recentemente. La Basilica di santo Stefano è una delle piu capienti di Europa visto che può ospitare fino a 10.000 fedeli, e vanta molte opere di artisti eminenti dell'epoca.
Proprio di fronte all'entrata principale della Basilica la via Zrinyi ci porta direttamente su Roosvelt tèr, all'estremita del Ponte delle Catene. E' su questa piazza che si trova il penultimo "Poggio dell'incoronazione" - l'ultimo. quello di Carlo IV si trova su Szent Gyorgy tèr, al Castello. -
Da questo poggio Franceso Giuseppe, imperatore d'Austria e re d'Ungheria, issato sul cavallo, brandi la spada di Santo Stefano verso i quattro punti cardinali giurandodi proteggere gli ungheresi contro i nemici, da qualunque parte essi fossero venuti. Non si può certo dire che abbia mantenuto la parola!

Le zolle di terra del pogggio, fornite dai "comitati" della nazione appartenevano a siti storici.Una volta terminata la cerimonia, però, invece di essere restituite queste " sacre zolle " furono sotterati in loco.
Sempre sulla Piazza Roosvelt vi sono altre due costruzioni degna d'interesse: l'Accademia delle Scienze e il Palazzo Gresham in stile Art Nouveau.
In quest'ultimo da qualche anno si trova un ristorante cinese! Davanti a questo palazzo si trova il terminal dei pullman che fanno il Giro della città.
Sul lato sud della piazza il superbo Hotel Atrium Hyatt e il elegantissimo Hotel Forum.
Imbocchiamo adesso la Jòzsef Attila utca -via- fino al giardino sulla piazza Palatino Jòzsef la cui statua fu la prima a carattere non religioso del paese, visto che era il rappresentante in Ungheria della Corte imperiale di Vienna.

Lasciamo adesso il Quartiere Lipot vàros e avviamoci verso il vecchio quartiere, Belvàros, nel cuore della vecchia civitas, un tempo circondata da mura di cinta. Era in questoquartiere, nella Vorosmarty tèr, - piazza - che si trovava una delle Porte piu trafficate: la Porta di Vàc. La piazza oggi ha un ben altro look, con banchi, lampadari e piccoli padiglioni annessi alla Pasticceria Gerbeaud, la piu celebre di Pest dove ancora oggi si possono gustare eccelenti dolci.
Gerbeaud era uno svizzero che, stabilitosi in Ungheria piu di un secolo fa, aveva fondato, col socio Henrik Kugler, una confetteria ed una fabrica di cioccolato che contava allo scoppio della Prima Guerra Mondiale 350 impiegati.

Scendendo verso sud incontriamo la Vàci utca, il corso elegante dove le ungheresi sfoggiano le toilettes piu chic esposte dalle vetrine di questa Via Montenapoleone ungherese. Vàci utca, che è rimasta la stessa di duecento anni or sono, rigurgita di boutiques eleganti che vendono i prodotti piu esclusivi, scarpe italiano comprese.
Nella via inoltre vi sono gallerie, sala di esposizione, caffè, librerie. Una di queste non vende che che libri in lingua straniera.

A sinistra, la piccola Kristòf tèr interrompe l'allineamento delle case offrendo alla vista la deliziosa statua della Venditrice di Pesce.

Arriviamo quindi su un'altra piazza dove, accanto a una chiesa, troneggia una costruzione di grande dimensione con innumerevoli finestre. Circa duecento anni fa era una caserma dove vivevano gli invalidi di guerra. Oggi è sede del Consiglio Municipale di Budapest. La piazza ha un nome italiano, quello dell'architetto che costruì la caserma: Martinelli. In fondo alla Vàroshàz utca incontriamo una marea di auto che incollonata, a passo d'uomo, come in ogni capitale europea che si rispetti, si riversa nella Kossuth Lajos utca in direzione del Ponte Elisabetta. Ma noi svicoliamo prendendo a destra e dirigendoci, attraverso l'isola pedonale di Kigyò utca - via dei serpenti - ritorniamo sulla Vàci utca per guadagnare le rive del Danubio.

La costruzione imponente che ostruisce la starda verso il fiume è la Facoltà di Lettere dell'Università Eotvos Lorand. Una stardina a destra dell'edificio ci porta verso il Lungofiume ma prima di giungervi passiamo davanti a un antico palazzetto che conserva il fascino di un tempo: la casa Kriszt che ospita da un secolo e mezzo. al rez-de-chaussèe, un ristorante che si chiama "Szèzèves" - il Centenario -

Raggiunto il Lungofiume si presenta ai nostra occhi quella che fu la prima costruzione della città: l'insieme delle mura romana - oggi restaurate - di una fortezza fatta erigere da Diocleziano nel 249 per far fronte agli attacchi dei barbari: Contra - Aquincum. Poco lontano un altro monumento importante: la Chiesa parrocchiale della Città costruita sui resti di una chiesa piu antica nella quale venne celebrato, nel 1211, il fidanzameto di quella che doveva diventare Santa Elisabetta con Luigi XIV di Turingia. Sul posto fu costruito, meno di un secolo fa, il primo Ponte Elisabetta.

Ma continuiamo la nostra passeggiata alla scoperta di Budapest passando a fianco della statua di Sàndor Petofi, il gigante del lirica unghe, e delle facciata posteriore dell'Hoter Intercontinental, il primo di una seria di alberghi costruiti ai bordi del Danubio. Risalendo il lungolago arriviamo alla Vigadò tèr - piazza del Ridotto - Qui , da piu un secolo e mezzo, c'e un teatro che ha sempre accolto gli amanti dello spettacolo, sotto qualunque forma. Qui fece le sue famoso conferenza Alessandro Dumas padre e qui suonò Debussy. Ancora oggi nel "Ridotto" si organizzano concerti, esposizioni, spettacoli di rivista. Nel centro della piazza un caratteristico giardinetto con panche e sedie dove si può godere il fresco e riposarsi.

A questo punto è preferibile prendere il tram della Linea 2 che percorre il lungofiume fino al Ponte Margherita, dopo il ponte omonimo.
tragitto che permette di rivedere l'Hotel Atrium Hyatt, Hotel Forum, l'Accademia delle Scienze, la Piazza Kossuth, il Parlamento.

Il Grande Viale che stiamo percorrendo continua fino all'isola Margherita è antica quanto quella di Budapest. Qui, duemila anni or sono, gli abitanti di Aquincum venivano a prendere il fresco o a bagnarsi nelle acqua calde della sorgente. L"Isola delle lepri", come si chiamava allora l'Isola Margherita, conobbe la sua epoca d'oro quando si vi trovavono i numerosi conventi delle religiose dell'ordine di San Domenico. In uno di questi conventi si ritirò Marghrita, figlia del re Bèla IV, che aveva fatto ricostruire il Paese devastato dall'invasione dei Mongoli.

Una seconda epoca di fulgore l'isola la visse negli anni in cui fu proprietà del Palatino, il rappresentante in Ungheria dell'imperatore austriaco. A quell'epoca vi si costruirono giardini, bagni e un castello. Oggi, con l'avvento del turismo estero gode il suo terzo periodo di gloria.
L'isola si può visitare sia usando il minibus che parte in prossimita del Ponte Margherita ed è a disposizione dei turisti, sia noleggiando una bicicletta nei pressi dell'Hotel Thermal, oppure si può preferire visitarla tutta a piedi; circa due ora di cammino. Da vedere nell'isola, alcune rovine, quelle della Chiesa e del Convento delle Domenicane, sul davanti del quale si trova la capella funeraria della santa, e quelle della Chiesa dei Francescani,

Ma in quest'isola, che è il polmone verde di Budapest, è bello soppratutto dedicarsi al dolce far niente, grazie anche alla possibilità di respirare un'aria incontaminata; le auto non circolano. Le sere qui hanno un charme particolare mentre il silenzio tesse una tela di ragno argentea, attraverso la quale ci arrivano, ovattati, i rumori della città.

E anche gli amanti del gioco sono serviti visto che possono tentare la fortuna al Casino che sorge sullo stesso posto occupato un tempo dal Convento di san Giovanni di Malta.

Commenti

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